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Per i lavoratori del settore privato in quarantena affetti da Covid-19, manca al momento il riconoscimento dell’indennità di malattia. É quanto riferisce l’INPS nel messaggio n. 2842 del 6 agosto 2021: poiché il legislatore non ha stanziato nuove risorse l’indennità non potrà essere erogata per l’isolamento fiduciario determinato da contatti, avvenuti nell’arco di quest’anno, con soggetti positivi. Ovvero, la quarantena, che prima era parificata alla malattia e perciò riconosciuta dall’INPS, ora e con effetto retroattivo, non lo è più.
In altre parole, nei trascorsi otto mesi, un lavoratore che sia stato in quarantena fiduciaria, perché aveva un familiare o convivente positivo o era entrato in contatto con un soggetto rivelatosi poi affetto da Covid-19 credendosi opportunamente “coperto”, perché in possesso di un certificato medico, rischia, nell’ipotesi più estrema, di vedersi decurtato lo stipendio; più probabile, tuttavia, che qualora il Governo non intervenga con un decreto per il rifinanziamento ad hoc, il lavoratore sarà costretto a farsi carico del periodo di quarantena (alternativamente utilizzando permessi retribuiti e non retribuiti).
Con riguardo alla tutela per i lavoratori cosiddetti “fragili”, l’INPS procederà a riconoscere la prestazione nel limite degli importi stanziati per gli eventi fino al 30 giugno 2021 (articolo 15, comma 1, lettera a, del decreto-legge n. 41/2021).
Una preoccupazione che pesa sul destino dei lavoratori che potrebbe rivelarsi, anche prospetticamente, di non poca entità considerando che a settembre, con la ripresa degli Istituti scolastici e la riapertura di numerose attività imprenditoriali sospese per la pausa estiva, sia probabile, purtroppo, un’ulteriore impennata dei contagi.
Ricordiamo che per quarantena, introdotta dal decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020 (Cura Italia) convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27/2020, si intende il periodo di 10 giorni di isolamento obbligatorio che coinvolge chi è entrato in contatto con un soggetto positivo all’infezione da SARS – CoV – 2; durata che adesso con le nuove regole è stata ridotta, per chi ha completato il ciclo vaccinale, a sette giorni.
A tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti del settore privato e “fragili” la CISL ha immediatamente chiesto un intervento normativo urgente al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministro dell’Economia e delle Finanze.
La Segreteria Regionale FISTel CISL Veneto

 


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