Da circa venti anni lavoratrici e lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche (FLS) stanno subendo, loro malgrado, il blocco dei salari a causa del mancato rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Il 30 novembre scorso, dopo una lunga ed estenuante trattativa, le segreterie nazionali SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL e l’Associazione Nazionale Fondazioni Lirico-Sinfoniche, hanno sottoscritto il rinnovo del CCNL per il triennio 2019/2021, la cui validazione deve avere l’approvazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Corte dei Conti.
L’accordo prevede un aumento delle retribuzioni del 4% (sicuramente non in linea con l’aumento del costo della vita degli ultimi venti anni) ma in sede di rinnovo eravamo stati rassicurati circa un’approvazione in tempi molto rapidi dell’intesa da parte delle Istituzioni competenti e che a seguire si sarebbe aperta subito la trattativa per il rinnovo normativo ed economico per il triennio 2022/2024 (con ulteriore recupero del potere d’acquisto dei salari).
Purtroppo, a distanza di nove mesi, e nonostante il susseguirsi di garanzie e rassicurazioni verbali e scritte, ad oggi non abbiamo alcuna notizia certa sulla tempistica dell’approvazione del contratto, di conseguenza lavoratrici e lavoratori non hanno visto alcun aumento salariale. Allo stesso modo non abbiamo più notizie della presunta ricostituzione dei Corpo di Ballo all’interno delle FLS, ipotesi più volte annunciata sia da fonti del Ministero della Cultura che da alcuni Sovrintendenti, e questa incertezza sembra quasi condannare ancora una volta i tersicorei ad una eterna e mortificante precarietà.
La situazione è diventata oggettivamente insostenibile sotto il profilo economico (in maniera drammatica negli ultimi anni) ma anche sotto l’aspetto etico perché umilia lavoratrici e lavoratori del settore, che nella stragrande maggioranza hanno altissime professionalità e hanno investito molti anni di studi e ingenti risorse economiche per conseguirle.
Ascoltate lavoratrici e lavoratori di Fondazione Arena di Verona, fortemente provati da questa che sembra sempre più un’assurda telenovela, abbiamo deciso di attuare una protesta che non penalizzi eccessivamente l’affezionato e caloroso pubblico del Festival areniano; pertanto, intendiamo denunciare questa situazione proclamando un ritardo di 15 minuti per la Carmen del 7 settembre (recita finale del Festival areniano 2024) con la speranza che venga concluso il prima possibile l’iter per l’approvazione del CCNL.
Siamo certi che il pubblico e la cittadinanza comprenderà le ragioni di questa decisione, che non intende mettere in cattiva luce Fondazione Arena di Verona ma più semplicemente vuole dare dignità e un giusto salario a tutte le lavoratrici e i lavoratori delle FLS.
Le segreterie provinciali
SLC CGIL – FISTEL CISL