Forte protesta stamattina a Mestre dei lavoratori di WindTre delle divisioni Nordest ed Emilia-Romagna, sulla procedura di esternalizzazione degli asset tecnologici con interessati 2 mila lavoratori, che hanno indetto uno sciopero di 24 ore.
L’intenzione è quella di costituire una nuova società di rete che sarà venduta per il 60 per cento al fondo svedese Eqt.
I dipendenti si sono ritrovati davanti alla sede della compagnia telefonica in via Torino 110, ribandendo tutti i loro timori per il futuro del Gruppo. Fra Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino ed Emilia-Romagna, WindTre conta su almeno 500 dipendenti (di cui 200 nel veneziano), che temono come dietro vi sia solo una speculazione finanziaria.
In una recente riunione, WindTre ha comunicato la nascita dal 21 aprile 2023 di BU Technology and Wholesale dove confluiscono tutte le lavoratrici e i lavoratori che rientrano nel perimetro della NetCo, la quale avrà, oltre a una sua funzione Technology, anche quelle di Finance, HR, Legal, Audit, Business Development e Service Management. In più è stato confermato che convergeranno nella stessa anche tutte le infrastrutture di rete, i contratti con terzi, i servizi di connettività wholesale e il personale Network con le relative funzioni di supporto.
Si prevede di chiudere l’operazione nell’arco di sei mesi (ottobre/novembre). In capo a WindTre, che si trasformerà in un’azienda di multiservizi (mobile, fisso, luce&gas, assicurazioni, security, IOT, etc) resteranno le licenze delle frequenze di rete e circa 4 mila dipendenti.
«Intanto i dubbi sono parecchi – spiega Alexia Baldan di Fistel Cisl Veneto e lavoratrice di WindTre – perché sono direttamente coinvolta nell’operazione. È solo una mossa finanziaria, senza alcuna prospettiva di futuro per i lavoratori che per questa azienda hanno dato sempre il meglio di sé stessi tant’è vero che hanno già parlato di una vendita al miglior offerente del neonato asset entro cinque/sette anni. Già in passato l’azienda aveva parlato di scorpori, per poi tornare indietro sui suoi passi dopo gli scioperi fatti. Chiediamo a WindTre di fare altrettanto pure stavolta, nel frattempo noi continueremo con la protesta».
I timori sono anche del segretario veneto di Fistel Cisl Massimo Bellio. «Siamo preoccupati – osserva – perché temiamo per la riduzione dei posti di lavoro in tempi brevi sia per chi rimarrà in WindTre sia per chi sarà ceduto alla nuova società di rete, così come successo negli scorsi anni in altre operazioni simili effettuate nel settore delle telecomunicazioni». A supporto dei lavoratori di WindTre e di tutti i lavoratori delle telecomunicazioni, il 6 giugno inoltre è in programma uno sciopero di 24 ore, per chiedere al governo di non essere silente. «La politica si faccia parte attiva – prosegue Bellio – a salvaguardia dell’occupazione e di un settore essenziale per la digitalizzazione del Paese».
La Segreteria FISTel CISL Regionale Veneto