Quando stavamo meditando di scrivere il presente comunicato ci è venuto un flash ed abbiamo virtualmente
visualizzato nelle nostre menti quelle scene della coppia di comici sardi, Pino & gli Anticorpi, dove, uno dei
due, con un atteggiamento da “giovanotto” svagato e spensierato, alle richieste impossibili che riceveva
rispondeva sempre e comunque con una sola frase: “DIMMI QUELLO CHE DEVO FARE ED IO LO
FACCIO”; ecco, probabilmente quello che desidererebbero Wind Tre ed EQT, è una comunità di lavoratori e
lavoratrici che, come automi, rispondessero in quel modo.
Sfortunatamente per loro, invece, ci sono persone che pensano ragionano in modo libero con la
propria testa ed hanno ben chiaro il bluff che i dirigenti aziendali stanno proponendo con la richiesta
oppressiva e continua della firma delle lavoratrici e lavoratori sul documento proposto in modo unilaterale
per rinunciare al diritto individuale di impugnare nelle sedi opportune il progetto di separazione in due
aziende, una dei servizi ed una della rete.
Nelle scorse settimane le OO.SS. Nazionali unitamente a quelle Territoriali e a tutte le RSU d’Italia durante i
passaggi dovuti per espletare la procedura di raffreddamento sul settore delle TLC imposta dalla
Commissione di Garanzia per lo sciopero nei servizi essenziali, hanno avuto modo di incontrare l’Azienda,
sia in sede di Confindustria che in sede Ministeriale, ricevendo sempre risposte a dir poco imbarazzanti (vedi
comunicati nazionali dell’11 e 18 settembre u.s.) considerato che a loro dire è il Sindacato che fugge dai
tavoli di confronto, l’apoteosi a nostro modesto parere, si è avuta durante l’incontro al Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali quando l’Azienda ha rifiutato qualsiasi disponibilità di sedersi ad un
tavolo di confronto rilanciando che lo farà quando, secondo il loro punto di vista, avranno qualcosa
di nuovo da comunicare.
Questo comportamento cinico ed arrogante si riscontra, da quanto le lavoratrici e lavoratori ci riferiscono,
anche in certe frasi ed atteggiamenti da parte di qualche figura apicale dell’Azienda che spesso alle
domande che, durante incontri più o meno formali con il personale vengono fatte, rispondono dicendo che è
inutile non firmare tanto l’Azienda andrà avanti lo stesso.
Su questa risposta come Sindacato avremo un paio di riflessioni da fare, la più importante è che
indipendentemente dalla quantità di firme l’Azienda può proseguire nella sua azione; ed allora perché ha
voluto mettere in piedi, con un atteggiamento a senso unico, tutta questa messa in scena?
Il significato di tutto ciò, però, non è quello che vuole essere al primo ascolto ma è quello che nasconde
dietro e cioè “è inutile che ti opponi e che cerchi di far valere le tue opinioni tanto facciamo quello che
vogliamo” e qui tornando così al titolo del comunicato: “DIMMI QUELLO CHE DEVO FARE ED IO LO
FACCIO”.
Su questo punto vorremmo anche sottolineare che i diritti non si calpestano e che non cadono dal cielo ma sono il risultato di battaglie e sacrifici di chi prima di noi ha lottato per ottenerli e a noi è stato dato il compito importante di tutelarli, difenderli perché anche chi verrà dopo possa goderli, inoltre lasciano il tempo che trovano le ulteriori garanzie proposte nella comunicazione separata dei Co-CEO del 19 giugno 2023: “Resta altresì inteso che, subordinatamente al realizzarsi delle condizioni di cui al punto 2, lettere (a) e (b) sopra, [al Lavoratore/alla Lavoratrice] verrà assicurato che, per 5 anni dal suo trasferimento ex art. 2112 Cod. Civ. a NetCo non verranno attivate procedure di licenziamento collettivo, fatta salva la facoltà di NetCo di cessare il Rapporto di Lavoro in caso di partecipazione volontaria ad eventuali piani collettivi di esodo incentivato e/o di prepensionamento che fossero in futuro implementati presso NetCo in accordo con le Organizzazioni Sindacali”.
In questi ultimi giorni di settembre l’Azienda intensificherà in modo significativo gli sforzi per ottenere il miglior risultato possibile, noi come OO.SS. abbiamo sempre detto e continueremo a dire, che il progetto messo in campo da Wind Tre, è un disegno che non ha futuro che porterà da entrambe le parti nel breve termine a gravi problemi occupazionali e che, in definitiva, non risolverà i problemi ma procrastinerà le medesime difficoltà solo un po’ più in là.
Continuiamo inoltre a sostenere che la partita delle firme rappresenta, una diabolica se non controproducente scommessa. Ai lavoratori però dev’essere ben chiaro che ciò potrebbe rappresentare un importante spartiacque sull’andamento o meno della scissione. Non raggiungere l’80% sicuramente rafforzerebbe le nostre posizioni, oltre a riconsegnare il “boccino” a Wind Tre nella dialettica con EQT.
Come SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCOM-UIL, siamo stati e saremo sempre presenti in tutte le sedi opportune per non far riuscire questa disastrosa volontà per tutelare i posti di lavoro e la dignità di tutte le lavoratrici e lavoratori di Wind Tre.
Le Segreterie Regionali di SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCOM-UIL